Nonostante gli sforzi per rendere più accessibile l’accesso ai corsi di laurea a numero chiuso alle matricole. Noi dell’ Udu- Unione degli Universitari di Palermo, continuiamo a credere e a sostenere che la via più giusta per l’accesso al nostro futuro sia un accesso libero da test di ingresso. Oggi, con il test di medicina e chirurgia, si dà l’avvio ai test d’ingresso per i corsi a numero chiuso nazionali e successivamente locali.
“Il numero chiuso, continua ad essere un modo per mascherare quelle che sono delle vere e proprie carenze del sistema universitario – dichiara Valerio Quagliano, coordinatore di ateneo dell’Udu Palermo- che soffre dei continui tagli ai finanziamenti con inevitabili ripercussioni sulla qualità della didattica erogata e sulla mancanza di un reale diritto allo studio. Non è, infatti, diminuendo il numero di studenti che si va a migliorare la qualità dell’istruzione, che dovrebbe essere invece favorita da un vero interesse e reali investimenti. Quello all’istruzione è un diritto fondamentale, pertanto è inaccettabile che questo venga limitato solo per non investire nel sistema universitario.”
“Il numero chiuso rappresenta una vera e propria barriera , nel sistema della pubblica istruzione, che impedisce l’accesso a chi non possiede una ricchezza familiare sufficiente allo scopo, andando così a ledere il diritto allo studio – spiega Bouchra Essalhi la delegata al diritto allo studio dell’Udu Palermo. Infatti, crediamo che gli esorbitanti prezzi della preparazione ai test (erogata prevalentemente da enti privati), si venga a conformare non come sistema meritocratico, come lo si vuole presentare ma piuttosto come un sistema che contribuisce a creare un profilo elitario dei corsi di laurea che entra in pieno conflitto con lo spirito mutualistico e di condivisione delle esperienze su cui è fondato il sistema universitario italiano.”
” Come Udu Palermo – conclude Valerio Quagliano, coordinatore Udu – insieme alla nostra organizzazione nazionale, chiediamo maggiori investimenti per il miglioramento della didattica, e l’ampliamento delle strutture, per andare verso l’abolizione del numero chiuso con tempistiche chiare e brevi, sia a livello locale sia a livello nazionale.”